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Gay & Bisex

Il giardino sul Brenta


di bube
30.07.2024    |    5.975    |    9 9.7
"" In fondo la situazione non mi incuriosiva solo; a parte i vari filmini porno che lui mi aveva mostrato, vedere dal vivo, quasi a contatto, una..."
Lui aveva tentato di convincermi in tutti i modi; alla fine aveva rinunciato, accontentandosi della mia compagnia e della nostra amicizia. A me non dava nessun fastidio la sua omosessualità, anzi mi ispirava una specie di tenerezza; e per il resto, lui era un ragazzo intelligentissimo, colto, sensibile, e si poteva discorrere con lui di qualsiasi argomento; così avevo accettato volentieri il suo invito nella villa di famiglia sul Brenta: non era una delle più famose, ma a me pareva già una piccola reggia; per non parlare del grande giardino che la circondava, e in questo, in un angolo nascosto, una piscina naturale, limpida e suggestiva. Nudi, facevamo il bagno e prendevamo il sole.
Fu lì, il secondo giorno, che lui mi chiese se poteva masturbarsi accanto a me. "Non ti scandalizzo, vero?" "No, certo; anzi se vuoi posso lasciarti solo." "Ma nemmeno per sogno! Vorrei anzi averti vicino, ti prego; così mi illudo che tu… Che noi due… Insomma, resta con me, ti prego."
In fondo la situazione non mi incuriosiva solo; a parte i vari filmini porno che lui mi aveva mostrato, vedere dal vivo, quasi a contatto, una scenetta erotica in uno scenario - come dire? - da paradiso terrestre, mi stuzzicava davvero.
Guido si era sdraiato sugli ampi materassini a bordo del laghetto; occhi chiusi, gambe aperte, un ginocchio sollevato, aveva cominciato a carezzarsi il pene, che ovviamente aveva risposto subito allo stimolo, e con un dito dell'altra mano si stuzzicava l'ano. Dimenticavo di dire che lui era del tutto glabro, e la poca peluria bionda del pube l'aveva fatta eliminare da un'estetista.
Mio malgrado la situazione era eccitante: il suo corpo liscio, morbido, appena abbronzato, appariva femminile, e pene e testicoli gli davano l'aspetto di un ermafrodita.
Mi accostai ancora un po'; lui aprì gli occhi, mi sorrise, li richiuse e con un sospiro riprese a masturbarsi. Non faceva nulla per sottrarsi ai mie sguardi, anzi; dopo aver insalivato abbondantemente le dita ora si stava penetrando l'ano con un lento movimento di va e vieni. Sempre più mi pareva di avere accanto una creatura bisex, nel senso letterale della parola. E mentre lui mi fissava, occhi socchiusi e un lieve sorriso, mi lasciai prendere dalla situazione. Mi chinai su di lui e lo baciai lieve sulla bocca.
Dopo due secondi eravamo avvinghiati, lingua a lingua, gambe incrociate, i nostri sessi eretti che si strofinavano insieme.
Quando ci staccammo, tentai di dirgli qualcosa ma lui mi chiuse la bocca con una mano, sorridendo, mentre mi palpava dolcemente il cazzo, mi solleticava i testicoli.
"Puoi farmi tutto quello che vuoi," sussurrava. "Anche niente, ma spero che…" Mi palpava dolcemente il culo, mi pizzicava i capezzoli; sono sensibile lì, lui se ne accorse, e dopo un attimo era chino su di me a succhiarmeli. Ormai non solo mi ero arreso, ma mi rendevo conto che qualunque cosa mi avesse proposto non l'avrei rifiutata.
"Sdraiati e rilassati," mi sussurrò. Quindi si riempì le dita di saliva ed ecco, un suo dito lentamente mi stuzzicava l'ano, si infilava. Non gliel'avevo mai confessato che mi piaceva tanto masturbarmi facendomi quello; ma stavolta le sensazioni erano molto, molto più intense.
Non so come mi ritrovai sdraiato su un fianco, lui sdraiato all'opposto, e ora non solo le sue dita nel mio ano palpitante, ora la sua bocca si era impadronita del mio cazzo.
Era come un sogno, un dolcissimo incubo.
E adesso gli stavo facendo lo stesso.
Ci succhiavamo il cazzo a vicenda, ci masturbavamo il culo a vicenda.
Godetti come non mi era mai capitato prima: godevo e desideravo far godere lui, e mentre mi succhiava anche l'anima, il suo cazzo prese a pulsare mentre lo succhiavo, e mi riempì la bocca di sperma.
Il mio, più d'una volta lo avevo assaggiato nelle mie solitarie esperienze; il suo era uguale, ma stavolta era caldo, denso, pieno di desiderio.
Finalmente calmi, restammo a lungo così; mi inteneriva, adesso, la sensazione del suo pene momentaneamente rammollito, che ritirandosi rilasciava le ultime gocce di sperma.
L'avevo fatto.
Avevo fatto l'amore con un ragazzo come me.
Ma allora, ero diventato gay? Sospirando mi rigirai, gli nascosi il viso nel petto e glielo chiesi. Lui fece una risatina. "Non credo proprio, sai. Non mi sembri il tipo." "Ma allora, quello che abbiamo fatto?" "Ma dai, siamo amici da bambini, ci vogliamo bene: è successo, è stato bello, no?" Feci cenno di sì. "E che problema ti fai? Crederai mica che d'ora in poi le ragazze non ti piaceranno più? Tranquillo. Non c'è pericolo. E pensaci un momento: quello che hai fatto con me, lo rifaresti con un altro? Anche se tuo amico?"
"No di certo!"
"Lo vedi? E se ti capitasse di far l'amore con una ragazza magari un po' lesbica… Non glielo racconteresti con piacere? Così come lei ti racconterebbe le sue esperienze con altre ragazze?"
"Ma allora…"
"Ma allora niente. Tu sei sempre tu. Hai solo scoperto qualcosa di nuovo. E adesso basta parole, basta pensieri."
Mi bacia di nuovo. Mi sembra naturale rispondere al bacio. E i nostri cazzi, con la forza dell'adolescenza, si drizzano insieme.
"Vorrei tanto che mi facessi l'amore nel culo, sai… Ti prego, è da tanto che lo sogno…"
Si rigira, mi prende in bocca il cazzo, lo succhia dolcemente. Poi si sdraia, apre e solleva le gambe, mi tira addosso a sé.
Non ho bisogno di fare nulla, me l'ha preso in mano e lo guida. Che sensazione, il calore del suo culetto che si apre obbediente, quasi una boccuccia che me lo risucchia, e sono dentro di lui, che ora si dimena mollemente, occhi chiusi, leccandosi le labbra.
Il godimento di poco fa mi regala il piacere di prolungare l'amore anomalo che sto provando la prima volta: Guido sospira, geme, si lecca le labbra, si muove sotto di me proprio come se fosse una ragazza vogliosa, e poco dopo, anche se vorrei trattenermi per prolungare il piacere, non riesco a frenarmi e godo dentro di lui.
Ma lui non ne ha abbastanza.
"Ora vorrei tanto il tuo…" "Il mio che?" Domando stupidamente, poi arrossisco, mentre lui ride e mi bacia chiamandomi stupidino, cucciolo, patatino, e tanti altri nomignoli buffi. Mi gira la testa, non so cosa fare, cosa dire, e mi lascio fare: mi ha girato a pancia sotto e mi bacia nel collo, che brividi… Poi la sua bocca, la sua lingua che guizza cercando i miei punti sensibili: le ascelle, il filo della schiena, qualche tenero morso sui fianchi, nel morbido; poi lentamente giù, mentre io mugolo qualche languido 'no, no'; dovrei ribellarmi forse, ma mi sento talmente molle, inerte, passivo.
Ora sento i suoi denti sulle natiche, piccoli morsi eccitanti; e poi la sua lingua, cosa mi fai Guido vorrei dirgli, ma non ci riesco.
Mi divarica le natiche, sento il suo respiro caldo.
E poi la sua bocca, la sua lingua, che mi fa rabbrividire di piacere mentre scende lungo la fenditura e si ferma lì, sul mio culetto palpitante, a leccare e succhiare…
'E se mi fa male?' è l'ultimo pensiero; anzi, il penultimo, l'ultimo è: e se poi mi piace?
Sento il calore del suo glande che punta lì, come se stesse chiedendo il permesso.
Spinge lentamente.
Mi arrendo, con la mente gli dico sì, sì, fammelo.
Trattengo il respiro.
Una spinta, ed è dentro di me. Stringo istintivamente. Ma riesco a rilassarmi.
E lui scivola dentro: non sento male, solo l'impressione che sia tanto grosso, tanto lungo; il terrore di non riuscire a sopportarlo, ma non di provare dolore, invece di provare disgusto; ma è l'ultima istintiva difesa, poi mi rilasso e addirittura mi accorgo che sto muovendo il bacino andandogli incontro.
Lui mi bacia nel collo, me lo morde dolcemente, mentre mi chiava, mi scopa, mi incula, e io gemendo mi muovo andandogli incontro.
Non so quanto tempo passi: secondi, minuti?
Mi inarco, accompagno il suo movimento, sussurro dei timidi 'sì, sì, così'; e poi succede: sto godendo, non posso crederci! Sto godendo, guizzo sotto di lui, e lo sento godere a sua volta, mentre mi morde il collo.

Restiamo così, rilassandoci lentamente. Avverto con tenerezza il suo cazzo rammollirsi, scivolare indietro; io cerco di trattenerlo ma non ho più un briciolo di energia; e poi ci ritroviamo abbracciati in un lungo, lunghissimo bacio morbido, umido, tenero.
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